Maratona è la fredda mattina in
macchina verso l’aeroporto, con una valigia piena di paure e di speranze, una
canotta da sudare, le amiche scarpe da maltrattare e quello spazio vuoto da
riempire con le tue speranze. E’ la voglia di non pensare al traguardo
guardando distratto un mare di nuvole perché la tua paura è quella di deludere
te stesso.
Maratona è il tacito accordo tra
i compagni di avventura. Risate nervose e speranze solo accennate.
Maratona è quel freddo e pallido
sole romano che ti accoglie, è la sensazione che non hai mai provato, è il
rumore di rotelle sul bitume, è la tristezza di un cartellone pubblicitario
ormai sbiadito sul ciglio di una statale, la periferia romana che si sveglia e
stancamente si trascina verso un bar o una panetteria.
Maratona è il pianerottolo
consumato, un citofono che non funziona e le scale da fare di corsa. E’ il
sorriso degli zii che ti accolgono in casa, è il sardo-romanesco che risveglia
l’umore, l’abbraccio sincero e quella valigia che ha ancora quello spazio da
riempire.
Maratona è il colpo al cuore quando
ti tuffi dentro la storia, quando il sole illumina particolari mai visti,
scorci di dolce vita, riscoprire la voglia di dimenticare il riposo e camminare
fino allo stremo delle forze.
Maratona è una metropoli spietata
e caotica, facce sconosciute alla fermata del tram, è un incontro inaspettato
che ti riempie il cuore di speranze. E li ti accorgi che quell’incontro, quei
due sorrisi riempiono già parte di quello spazio in valigia
Maratona è quel numerino rosso
sul social. È la notifica che ti dice che siamo tutti più vicini, siamo gli
artefici di un sogno che si avvera, è la voglia di dormire, di riposare ma di
non perdere nessun messaggio, la paura di non essere all’altezza, la paura di
deludere, la paura di piangere.
Maratona è la solita colazione
prima di ogni lungo, è stare in ginocchio di fronte ad una sacca mai abbastanza
piena, mai come vorresti.
Maratona è varcare la soglia e
accorgerti che la mattina non è così triste come pensavi, è cercare il sorriso
e trovarlo in ogni angolo, in ogni viso. È non avere più paura. Non ti frega
nulla se non sei abbastanza pronto, sfidi la storia, sfrontato come sempre. È
il sorriso dei compagni di avventura, tra sfide e promesse si varcano i
cancelli verso le gabbie. Non ho tempo per pensare, leggo negli occhi di chi mi
sta intorno la stessa ansia mista a felicità. È una giacca da buttare e i
secondi di un orologio troppo lenti.
Maratona è quando l’attesa è
finita. Non so perché urlo ma lo faccio, per un attimo mi volto indietro e vedo
la storia che mi guarda, enorme come non l’avevo mai vista, mi sovrasta e mi
sfida. Ci guardiamo negli occhi e per un attimo la mia sfrontatezza si palesa
come non l’aveva mai fatto. “ti prometto che fra poco ci rivedremo. Ti guarderò
in faccia, ma questa volta senza voltarmi indietro. Allora sarò molto più
grande e forte di te!”.
Maratona è quando le gambe non ti
tremano, è un Garmin da controllare, è osservare chi ti sta intorno, il ristoro
da saltare, la pipì e il gel che non sai nemmeno tu perché lo bevi, tanto sai
che non serve a nulla. È il sorriso di un turista, le manine che battono, i
bersaglieri e la banda musicale, il DJ che ti chiama per nome, i 4 mori che
vedi ad ogni angolo quasi più della lupa. È il palloncino da seguire e da
superare, e la salita, il tunnel e la curva da tagliare, il ponte da
percorrere, il vento ed il freddo, il calore di un applauso la forza di
superare in tutte le lingue del mondo.
È quando ti accorgi che non puoi
seguire i tuoi compagni e ti ritrovi solo in quel fiume colorato che ti
trascina, e tu ti fai trascinare solo con te stesso, con le tue forze, con la
tua sfrontatezza, con quella promessa, quella sfida da vincere.
Maratona è quando cominci a
ragionare per piccole tappe. È quando pensi che ne mancano solo 12, poi 10 poi
8. È fermarsi per rifiatare, è cercare le forze nell’incitamento della folla,
nelle urla dei bimbi e nelle loro mani che si sporgono cercando le tue. Nei
loro occhi vedi quelli dei tuoi figli, allora pensi che fermarsi non ha più
senso, allora allarghi le braccia e tocchi tutte le manine festose che ti
cercano. Non c’è integratore più efficace dell’incitamento della folla. È nelle
urla di un amico che ti sprona, è il suo volto stravolto ma con in cuore la
stessa tua promessa. Allora cominci a correre di nuovo perché sai che dopo
quella salita avrai qualcosa da dire.
Maratona è mantenere una
promessa, è guardare in faccia la storia senza voltarsi e senza paura. È
dimostrare di essere più grandi è più forti, è correre più forte, e non sentire
più la fatica e vedere quel traguardo sempre più vicino, l’Aida di Verdi, i
brividi, testa alta, i secoli che attraversi e si fanno attraversare, è lo
sguardo al cronometro. E’ FINITA!
Solo adesso ho una certezza: tutti
possono fare una Maratona, ma non tutti sono come quelli che hanno fatto una
Maratona perché quando superi quella linea capisci che nulla è come prima.
Per un attimo il mio sguardo
volge in alto e buca la coltre di nuvole sopra di me. Ringrazio chi mi ha
insegnato ad esser grande e forte, chi mi ha insegnato a vincer tutte le sfide.
Chi, anche oggi mi ha aiutato a superare l’ennesimo ostacolo che la vita mi ha
posto d’avanti.
Maratona è il freddo, la
medaglia, e la voce di mia moglie che mi fa piangere senza nessuna vergogna,
perché mi ha sopportato per tutti questi mesi con allenamenti, fissazioni,
uscite dopo averla mollata con i bimbi. Quel peso che ora ho appeso sul collo è
anche per lei. È la voce dei bambini che mi cercavano attenti in TV, è la
voglia di riabbracciarli, è ancora piangere. È la risata quando chiami la mamma
e gli dici che sei arrivato, e le ti dice di passare per salutarla.
Maratona è non aver voglia di
dormire, è doccia, messaggi e telefonate con gli amici , occhi sgranati
sdraiato sul letto e pensare alla gara. È il tram, la metro, è correre su e giù
per le scale sotto gli occhi increduli dei compagni di squadra. È il groppo in
gola quando, chi non ti ha mai visto dal vivo ti riconosce addirittura di
spalle e sentire un coro urlare il mio nome. È voltarsi e vedere tanti profili
di un social che diventano vere, è vedere volti che sembra di conoscere da una
vita, gli abbracci, le battute. È la
cena, le foto, le domande che avresti voluto fare ma che non ti frega nulla di
fare. Ti godi la serata senza pensieri e senza fatica. Non ti risparmi perché
anche questa è Maratona.
Ti guardi intorno divertito e
frastornato e ti rendi conto che Maratona è anche chi i 42 km non li ha fatti,
chi è venuto a Roma solo per fare il tifo, per organizzare la serata, per
essere anche loro protagonisti e non solo semplici comparse. È chi per scelta o
per necessità non è presente oggi. Perché maratona è correre dedicando anche a
loro questa giornata.
Oggi Maratona è Roma, è il pettorale, la paura e la forza, il freddo
e la disperazione, gli amici e la speranza, la sfida, la vittoria ed il pianto.
La famiglia e il cielo, la canotta e le tue scarpe. È quello spazio nella valigia
ormai riempito.
Da oggi Maratona sono anche io.
Roma, 17 Marzo 2013
Lello Collu
Grazie Lello, è sempre un piacere leggerti!
RispondiEliminaEcco... lo sapevo....mi sono tornati gli occhi lucidi per l'ennesima volta...........che bello però, altre mille di queste emozioni vorrei vivere......e questo è solo il principio.......Ciao Lellone.
RispondiEliminaLello per il Pulitzer !!!
RispondiEliminaFiero di aver corso al tuo fianco in tutto il tragitto, dal momento in cui hai preparato lo zaino al momento in cui ci siamo salutati sotto la pioggia. E' stato un vero onore Lello
RispondiEliminaMiiiiiii Lello, passo da uno stato d'animo (le risate leggendo Laura) all'opposto (al pianto) per l'emozione che mi ha fatto leggere il tuo articolo. Devo ringraziarti, perché la emozione che ho provato leggendoti, è anche Maratona. Grazie amico, grazie di cuore!
RispondiEliminaChe bello leggere il racconto di laura e trovare nel suo e poi nel tuo una sorta di filo che vi unisce, uno spazio comune che racchiude le vostre emozioni. Grazie Lello, è sempre un piacere leggerti.
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