martedì 19 marzo 2013

Tema: La mia maratona – di Laura Pisano in Pazzona

Svolgimento:

Venerdì 15 maggio 2013

Ore 6,30: I bambini ci svegliano, ci si prepara e si parte.

Alle 9,30 siamo già cotti.

Ore 10,10 circa: Al 45° km da casa vomitata di Manuel a base di latte cagliato. Impacchettamento bomba chimica, cambio pupo e si riparte con la macchina impestata.

Ore 12,40: dopo aver superato il check-in scopriamo che l’aereo ritarderà di un’ora e mezza. Una tragedia. I bambini assaltano la libreria e siamo costretti a comprare cose a casaccio, che non usano. Una suora ci consiglia di lasciarli sfogare e correre, tanto sono bravi. Tanto non li segue lei…

Ore 14,50: siamo in volo. Lorenzo finalmente dorme. Manuel si rifiuta di stare allacciato a me e vuole andare in giro per l’aereo. Una tragedia…

Ore 16,00: dopo aver sapientemente acquistato i biglietti del bus Terravision ad Alghero, per non avere problemi a Roma, scopriamo di non avere alcuna priorità e rimaniamo a piedi. Naturalmente i bambini scappano nei parcheggi dell’aeroporto di Ciampino. Fortunatamente c’è Federico, che è venuto senza i suoi bambini per stare sereno e lo costringiamo a farci da facchino: trasportare le nostre valigie e Lorenzo, che gli si attacca tipo patella, chiamandolo Fede oppure Chicchia.

Ore 16,30: disperati proviamo a prendere un taxi, sul quale non possiamo salire subito, ma dobbiamo prenderlo 200 metri più in là e vuole pure 50 euro per portarci a Termini. Vista la nostra disperazione, ci aiuta una signora romana di 68 anni, che si offre di accompagnarci. Non le piace viaggiare sola, fa manovre azzardate, fa retromarce sul raccordo anulare “tanto và pianino”, agita le mani e parla in continuazione. Una santa, ci porta fin sotto l’albergo.



Ore 17,30: muniti della bomba chimica prodotta da Manuel, ormai coperto di stracci, posizioniamo i bambini nel passeggino gemellare che abbiamo noleggiato e ci dirigiamo verso la metro, direzione Marathon Village. Scopriamo le barriere architettoniche, di cui tanto si parla ma che chi non ha problemi di deambulazione fortunatamente non conosce. Caricare passeggino gemellare con 15+11 kg  di bambini per scendere e salire scale.

Ore 18,30: si arriva finalmente al marathon village, bellissima struttura chiamata anche “Er colosseo quadrato”, a cui si accede da almeno 4 rampe di scale. Eccheccazzo, però!

Ore 19,30: niente pasta party, è troppo tardi. Chupa Chups per celiaci (c’erano solo quelli) per sedare i bambini. Allo stand San Benedetto ci regalano i palloncini. Due innocui palloncini si trasformano nell’ennesima tragedia. Da genitori lungimiranti li chiediamo senza stecche di sostegno, così i bambini non se le infileranno negli occhi. Perfetto. Ogni 3 secondi i palloncini cadono e i bambini urlano. Torni indietro e ti fai dare le stecche. Pazienza per gli occhi.

Ore 21,00: dopo la fila al McDonald, per una cena bilanciata, consumiamo guardando le lavatrici della lavanderia a gettoni, in quanto dovevamo ancora disinnescare la bomba chimica creata da Manuel. I bambini la finiscono ad inseguire l’indiano che gestisce la lavanderia. Ha chiesto l’estradizione.

Ore 23,30: finalmente in albergo, a dormire tutti nello stesso letto. Tutti tranne Manuel, che ancora va in giro a rompere a l’anima.

Sabato 16 maggio 2013

Ore 06,00: Lorenzo si sveglia e urla. Manuel si sveglia e tocca tutto, ovunque. Manda la TV fuori sintonia. Meglio fuggire il più in fretta possibile.

Ore 07,00: colazione a buffet. I bambini non mangiano niente, toccano tutto, sporcano ovunque e noi non mangiamo un cazzo. Glielo rinfaccerò per tutta la vita. La colazione a buffet va onorata, ingurgitando random dolce e salato. E noi niente…

Ore 09,30: a villa Borghese i bambini inseguono Genoveffa, un bellissimo cagnone che mangia pigne. Serenità.

Ore 09,35: Genoveffa è andata via. Ricomincia il delirio.

Ore 12,30: il passeggino gemellare ha i posti affiancati. I due mostri passano il tempo a picchiarsi. Dopo 3 estenuanti ore, passate ad aspettare degli amici da Ostia, finalmente si entra al Bioparco. Serenità, soprattutto grazie a Luca, il figlio di 4 anni degli amici che distrae Lorenzo.

Ore 15,00: si esce dal Bioparco. Lorenzo non ne vuole sapere di stare nel passeggino e urla. Manuel urla perché Lorenzo non sta nel passeggino. Mario urla perché è nervoso. Io disattivo il centro dell’udito e cerco un posto dove mangiare.

Ore 17,00: Luca va via. Tragedia. Delirio. Isteria. Disattivo il centro dell’udito.

Ore 18,30: Dopo circa 10 km di passeggiate per Roma si rientra in albergo. Per fortuna funziona la TV. Ceniamo con mezza pizza e latte per i bimbi. A nanna presto.

Domenica 17 maggio 2013

Ore 07,00: Sveglia presto per permettere a Mario (con un pò di invidia) di svaligiare la colazione a buffet.

Ore 07,10: Rientra Mario e mi dice che ha mangiato due pezzi di pane e bevuto una spremuta di arancia. Eccheccazzo, ti mando per mangiare e me ne torni con due pezzi di pane?!?! Mangiati almeno una rosetta!

Ore 07,30: Passeggino in spalla, ci avviamo alla partenza della maratona. Una maratoneta ci vede e suggerisce a Mario di non fare quegli sforzi prima della gara. Vabbè. Alla fermata Circo Massimo vediamo una pedana per disabili. Un miraggio, così Mario risparmia energie. Chiediamo alla guardia come fare per utilizzarla. Ci risponde: e perché? Chiediamo all’addetta e ci risponde che è solo per disabili. Ma noi abbiamo un passeggino gemellare. Si ma è solo per disabili. E vaffanculo allora!

Ore 08,30: bagni chimici. L’ansia a volte fa brutti scherzi e ad uno della fila, davanti a noi, gli si aggroviglia l’intestino e lo svuota in maniera indecente nel bagno. Sono costretta ad usarlo anch’io, perché per il resto della mattinata non potrò fare pipì.

Ore 09,30: alla partenza della Roma Fun ci danno le manine. I bambini le utilizzano in modo improprio. Piccola corsetta, poi Manuel si addormenta e Lorenzo decide di camminare. Mi si lussa una spalla a furia di spingere il passeggino con una mano e tenere Lorenzo con l’altra. Se me lo perdo Mario m’ammazza.

Ore 10,30: incontriamo la signora Carmela, di anni 75, alla quale Lorenzo da la manina e decide di raccontare la storia di Biancaneve e i Sette Nani, sottotitolata da me altrimenti la signora non avrebbe capito nulla.

Ore 12,00: arrivo al Celio, al termine della Roma Fun. Decido di non trattenermi e saluto la signora Carmela. Voglio andare incontro a Mario. 1° tappa piazza Venezia, in corrispondenza del passaggio del 13° atleta. Ok, sono un pò in anticipo. Risalgo lungo il percorso fino al 39° km. Da lì, con il passeggino gemellare non si passa più. Mi sembra un buon punto ed aspetto. Passano i palloncini delle 3 ore, poi quelli delle 3 ore e un quarto. Vedo passare un vicino di casa, che a Nuoro saluto per educazione ma al quale qui faccio il tifo. I bambini rompono. Vogliono i biscotti. Poi vogliono l’acqua. Poi vogliono i biscotti, non rotti, così non li vogliono. Poi si picchiano. Lorenzo lancia cose sulla pista, compreso il biscotto di Manuel. Inizio a vedere atleti meno performanti. Decido di fare un video per immortalare il passaggio di mio marito.

Ore 13,30: I bambini sono allo stremo, ma non posso abbandonare il presidio. Sicuramente Mario ha avuto qualche problema, visto il ritardo, ed avrà bisogno del mio sostegno. I bambini sono ingestibili. Sembrano Gremlins bagnati con l’acqua dopo mezzanotte. Ammutinamento, nessuno vuole stare più sul passeggino. Manuel ha ormai il piedino viola, è tutta la mattina che si leva la calza e la scarpa. Una signora, mossa da compassione, prende Lorenzo in braccio. Dopo un minuto lo molla, lo riappoggia e si scusa dicendomi che è troppo pesante e non ce la fa. Mi consiglia di passeggiare ma io non posso muovermi, potrebbe passare Mario.

Ore 13,37: Ricevo una chiamata da un numero sconosciuto. Il primo pensiero va ad un infortunio di Mario, che giustificherebbe il ritardo. Rispondo. E’ Mario che mi chiede dove sono. Sono al 39° e tu? Sono arrivato. COME SEI ARRIVATO?!?! Ira funesta! A seguito di travaso di bile chiudo la telefonata.

Eccheccazzo, è tutta la mattina che mi rompo i coglioni al 39° km e tu sei già arrivato?! Arrivato dove? Come? Dove sei passato?! Adesso torni indietro e ripassi da qui per sentirti dire “Forza Babbo, dai Babbo!”

Epilogo – di Marieddu:

Appena passata Piazza del Popolo ho iniziato a cercare con lo sguardo, avevo bisogno di sostegno psicologico e sapevo che Lauretta ed i bambini mi avrebbero aspettato in quella zona. Niente da fare, non li trovavo.
Al 38° km riconosco una canottiera. Lello sta camminando. Camminando? Gli lancio un urlo: “Lello, che cazzo fai? Cammini? Dai che è quasi fatta!”. Lello mi riconosce, mi saluta e riprende a correre. Mi segue, raccontandomi di aver già incontrato la Vale e Pedone. Io ascolto, poi riprendo a cercare Laura e i bambini, magari mi staranno aspettando più avanti.
Nel filmato di Laura, girato al 39° km, si vede passare Lello di corsa, con accanto un tizio alto e stanco, che appare tra una folla di runners per appena due fotogrammi.
Laura era piegata a raccogliere biscotti per i bambini, io stavo facendo il motivatore per Lello. Un viaggio allucinante, per portare tutta la famiglia a vivere quest’impresa, e neanche siamo riusciti a vederci.

Ognuno ha corso la propria maratona, in solitaria. Purtroppo.

7 commenti:

  1. Stupendo racconto Laura Pisano in Pazzona, non me ne volere, ma mi sono letteralmente ribaltato dalle risate immaginando le scene. Io ho "SOLO" una figlia di tre anni, ehm per non rischiare ho già prenotato un'operazione di vasectomia. Scherzo, fantastici i bambini, io però come una formichina, sto minuziosamente "segnando" tutto, ed al momento giusto tirerò fuori il conto da presentarle, e ci sarà da divertirsi quando mi riderà in faccia e mi dirà "non lo pago", e scoprirò che al danno avrò aggiunto anche la beffa. Che vuoi fà così è la vita!!!!! Un paio di palle, soffocarli in culla sarebbe stata un'alternativa????? A parte gli scherzi, ora ho capito chi è la vincitrice morale della 19° maratona di Roma. Buon tutto.

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  2. Massima stima per Laura. Vera vincitrice della maratona! e io che, come te ho 2 maschietti in casa ne so qualcosa. Mario ma è questo l'aneddoto che mi hai accennato su Endo?? P.S. ti sei scordato, forse annebbiato dalla fatica che oltre all'urlo mi hai dato una "badilata" sulla spalla con la mano....che comunque mi è servita ad avanzare di corsa con te per qualche centinaio di metri. Che avventura Mario! ci si vede a Cagliari per altri bellissimi 42K.

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  3. Eh si Lello, devo ancora estrapolare lo spezzone di video, così potrò postarlo su G+.
    A Cagliari penso di esserci. Ho già fatto il piano gara: andare piano per fare il personal best!

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  4. Dai Mario quando saranno grandi ti accompagneranno spingendoti negli ultimi km

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  5. Laura, Mario: Commento solo ora, perché ho dovuto passare due ore ad asciugare le lacrime per le risate che mi sono fatto, solo come un matto in ufficio. Se mi licenziano vi chiederò di metterci una parola per me! ihihihih. Il racconto di Laura non fa una piega, e leggendo credo di vedere mia moglie qualche anno fa con le mie tre pesti. Non fa una piega nemmeno l'epilogo che ha scritto Mario, perché, purtroppo è così. Il podismo è uno sport in solitaria, ci si trovano gli amici durante il percorso, ma non capita mai che gli amici facciano lo stesso passo, e meno ancor capiterà mai che le mogli, figli, ragazze dei podisti siano pronte allo scatto della foto al momento giusto.
    Quindi ragazzi, vi ammiro per la forza, quella di Mario per correre, quella di Laura per sopportare tutto ciò che ha dovuto sopportare. E ringrazio al cielo che oramai i miei figli si fanno i cavoli loro, anche se, oramai grandi, continuano a picchiarsi mentre attendono che io arrivi. Si picchierebbero di meno se io corressi veloce come Mario, ma come io vado lento, passano al meno 4 ore a fare box!!!

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  6. L'unica nota stonata è non essersi incontrati la sera! Complimenti al coraggio di Laura, visto che la sua maratona è durata tre giorni.....DONNA CORAGGIO!! un forte abbraccio ai signori Pazzona :-)

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  7. Laura, è un capolavoro compreso l'Epilogo. Sei stata bravissima e mi sono divertito come non mai. Questa sicuro che me la rileggerò diverse volte :)

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