martedì 21 maggio 2013

Il canguro bendato

Posso riempire questo spazio di frasi fatte, luoghi comuni, copia ed incolla di aforismi altrui e tediar chi legge di celebri parole vuote, appiccicate a caso per esprimere ciò che non sento e trascurare  la delusione e la speranza che ho dentro.
La delusione perché ancora una volta la nostra amata terra ci costringe a mettere la mano sugli occhi accecati dal sole e scrutare quell'orizzonte che, sicuramente non ha bisogno dei canti delle sirene per attirarci tra le loro braccia.  
La speranza che quest’avventura sia una parentesi, un’area di parcheggio, una bella esperienza in attesa che le il canto delle nostre sirene sia più dolce e ti accolga meglio di come ti sta lasciando.
Leggendo quel saluto ho sentito, chiaro e forte un assordante pestar di rabbia la tastiera, interrotto soltanto dall'esigenza di asciugar gli occhi per poi buttar giù tutto quello che la pancia ed il cuore ti detta.
Tutto ciò non merita un in bocca al lupo, in culo alla balena, e nemmeno un arrivederci.
Tutto ciò merita un urlo, una maledizione, un vaffanculo e uno scappellotto. Merita il cuore e la pancia, merita l’invidia e un dispetto.
Tutto ciò merita il pensiero sincero di un runner che si ferma per leggere la notifica. Il numerino rosso e maledettamente comparire quel saluto  che ti aspettavi ma che speravi  non comparisse mai.
Merita la vana speranza che quel maledetto calabrese facesse  il calabrese DOC, e non ci salutasse così.
Merita il ricordo sbiadito di quello spilungone con la maglia arancione, la faccia delusa e le gambe spezzate dal caldo di uno stagno.
Merita il ricordo di una telefonata, quella voce mai sentita ma maledettamente familiare che mi spiegava quale metropolitana prendere.
Merita il ricordo di un saluto sorridente, di un brindisi, delle risate, degli occhi rossi e del sonno spezzato
Merita il ricordo di un gesto generoso, disinteressato di saluti sotto la pioggia e del magone a malapena nascosto.
Merita la citazione di un aforisma, scritto da me qualche mese fa e che fino a ieri non avevo quasi mai citato.
Beh, ora lo dedico al quell'amico che nel suo nuovo incedere incerto si appresta a fare solo quello che un “canguro bendato” può fare:

Un salto nel buio.

Roma 2013


Vale la pena correre un rischio? Non lo so. 
Di sicuro vale la pena correre
                                                                                                        Lello Collu

Ci vediamo presto Giovanni!  

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