23 maggio 1963, ore 2:40, un giovedì come oggi, Policlinico
Marini di Buenos Aires, incomincia una avventura… quella di vivere… guardo in
dietro e la data continua a sembrarmi vicina, li, poco tempo fa… ma son
passati 50 anni… mezzo secolo (visto
così sembra più seria la cosa) ma capisco che anche se gli anni passano e
“l’incartamento dell’anima” (io chiamo così il mio corpo) invecchia pian
pianino, uno è sempre lo stesso, quel bambino di tanti anni fa… ecco… la nel
tempo e la distanza… fssssss 6 anni passano…
1969… c’è un bambino di sei anni che svolazza pieno d’illusioni e sogni, con
una piccola bici verde per il marciapiede de la “mela” (in Argentina si
denomina così agli isolati) della cittadina Mercedes, nella periferia di Buenos
Aires. Non può scendere per strada, perché la mamma non lo vuole, c’è pericolo,
ci sono macchine, carri con cavalli, moto e può essere pericoloso per un bimbo
di sei anni… “Carlitos” lo chiamano tutti nel quartiere, chi non lo conosce, è
il figlio della maestra Mabel, e del falegname che tutti chiamano “maestro”
perché i suoi mobili sono opere d’arti… quello che la mamma ha avuto appena un
altro bimbo, Sergio… anche lui con gli occhi azzurri come il celo… poi…
fssssssss… passati altri sei anni… finiti i sette anni della scuola elementare,
lasciati in dietro tante cose, nuovi progetti, si entra nella tappa delle
superiori, la scuola di ragioneria… non voglio essere ragioniere, voglio essere
architetto, ma mia mamma con molta saggezza mi consiglia di far comunque
ragioneria, se fosse il caso che dopo non andrò alla università, è meglio avere
il diploma di ragioniere, c’è più campo per il lavoro… saggia e visionaria la
mia “vieja” (vecchia)… guardo in dietro... si, ora sono più alto, mi spuntano i
peli nelle gambe, ho un ombra sotto il naso che io a 13 anni chiamo
spudoratamente baffi… ma sono sempre io, quel bimbo della bicicletta verde…
solo che ora ho una bicicletta più grande e di color rosso…
Ora son passati altri 6 anni, cavolo, bisogna iscriversi
alla Università, mamma, non ho voglia di fare l’esame di ammissione… dai su
figlio mio dice papà, andiamo ad una privata allora così siamo sicuro che entri,
ma alla università tu ci vai… ed eccomi qui, alunno della Università a studiare
architettura… ormai non sono molto convinto di voler fare l’architetto, ma la
mamma vorrebbe… e quindi, dai, accontentiamola, dopo si vede… fsssssssssss
altri 3 anni, 1982 il bimbo della bicicletta verde, oramai a mollato la
università perché voleva entrare in una aerolinea per volare per il mondo, non è
andata neanche questa, e quindi, ha dovuto farsi 18 mesi di militare… azzz…
proprio sotto bandiera e quei maledetti dettatori militari ora li fanno la guerra
all’Inghilterra per le isole Malvinas… “Falklands” le chiamano sti bastardi
inglesi, mah… sono le Malvinas e sono nostre… ci sono state rubate, ma… vi
sembra il caso di voler far la guerra niente di meno che alla Inghilterra?...
rimangono per strada un sacco di vite di amici che come me senza mai aver preso
in mano un fucile sono andati in guerra… io no… io sono stato fortunato… ero il
figlio della Maestra Mabel, lei conosce un po’ di gente, e riesce a fare che
“Carlitos” sia tenuto in caserma, nella logistica e così si salvi, come tanti
altri non hanno potuto… grazie mamma… ma sono sempre io no? Si, quello della
bici verde… Carlitos… chi altro?
Fsssssssss… uhhhhhhhh come passa il tempo!!!! Stiamo
festeggiando il 2000!!! Ormai il bimbo della bici verde, ha… 37 anni… ha fatto
un sacco di casini, si è sposato due volte, ha ormai 4 figli, ha cambiato lavoro
un sacco di volte, ha cambiato città ormai da un pezzo, ora vive sul Oceano
Atlantico, come sempre ha voluto… ma il paese la Argentina, quello che una
volta era una potenza mondiale, unica al mondo in grado di concorrere
economicamente con gli Usa, niente di meno che il “granaio del mondo”, ormai,
sta per fallire… mi giro, guardo in dietro… mamma mia, quante cose ho vissuto,
ma... io sono sempre io… sono Carlitos, il bimbo della bici verde, cos’è che è
cambiato? Mi sento sempre la stessa persona… lo stesso bimbo… ma ora… ora devo
scappare da qui, quel poco che sono riuscito a fare, a mettere via, rischia di
esser perso… che facciamo… fsssssssssssss… Italia… li ci sono gli amici partiti
prima di me… li ci sono le nostre radici… ci sono i parenti… ancora sono
giovane… possiamo farcela… dai, su, andiamo… Mamma, papà, figli miei… me ne
devo andare… so che è dura ma me ne devo andare, qui non ce la faccio più,
rischio di perdere tutto, meglio se me ne vado e salvo quel poco che ho…
14 maggio 2001, Aeroporto di Ezeiza, Buenos Aires, per la
prima volta, dico al telefono e a voce mentre li saluto, a mia mamma e mio babbo che
li voglio un mondo di bene… mia mamma bagnata in lacrime lascia la cornetta a
mio papà che raccogliendo tutte le sue forze e nascondendo la sua angoscia mi
urla “tieni duro figlio mio che ce la farai, lo so perché ti conosco”…
fssssssssss altra manciata d’anni… e sono qui… MEZZO SECOLO è passato da quel
lontano ma vicino 1963… la mamma ha
dovuto andarsene nel 2008 e da lei ricordo tutto come se fosse oggi…
soprattutto le sue ultime lacrime abbracciandomi quel 28 gennaio 2008 quando me
ne tornai in Italia dopo uno dei tanti viaggi, e fu l’ultimo saluto… eravamo
stati compagni d’avventura sin del 23/5/1963!!! Anzi, da molto prima!!!... Ed
io sono qui… guardo in dietro… ma… ho le rughe…. Ho perso i capelli… ho degli
acciacchi… ma… sono sempre io, io mi sento il bimbo della bici verde… si, si,
sono io… il mio vecchio mi aveva insegnato ad usarla senza le ruotelline… io
avevo ai tempi 6 anni e lui era un giovanotto di 41… ma ora io ho mezzo secolo
ed il mio vecchi è sempre un giovanotto… certo, ora ne ha 85 di anni, ed è un
po’ più stanco, ma lui tiene duro, e continua ad incoraggiarmi: “Bimbo su,
forza”… “bimbo, che vuoi mangiare oggi?” “bimbo ti preparo l’asado?”… e si… io
sono il bimbo, il suo bimbo quello della bici verde…
Ora mi giro di nuovo e guardo in dietro… vedo gli ultimi 23
anni condivisi con mia moglie Nora… 6 figli, Marianela, Esteban, Camila,
Macarena, Gian Marco ed Anna.. 2 nipoti, si, si, 2 nipoti!!! Avevo già uno,
Tomas nato nel 2005, ma ora è nata Carola, lunedì scorso, mia figlia Camila ha
voluto farmi un bel regalo di compleanno! E guardate che regalo! Chi fa questi
regali al suo babbo???!!!
E si… 50 anni son passati, raccolti un sacco di amici, nuove esperienze, tutta una vita passata… mi giro ancora in dietro… mi guardo le mani, mi guardo allo specchio ma non guardo la mia faccia, entro dentro di me attraverso le mie pupille… sono io… sempre io… Carlitos, il bimbo della bicicletta verde che svolazza per il marciapiede… e ormai sono convinto che io vedrò me steso sempre così, non importa quanti anni passeranno ancora… la mia anima ed il mio spirito saranno gli stessi, un po’ più vecchio “l’incartamento dell’anima”, un po’ più stanco, ma… sono sempre quel bimbo… quello sognatore, pieno di illusioni, di pazzi progetti, quello che non solo svolazzava con la bici, sennò che svolazzava con la mente sognando il futuro… e il futuro non arriva mai, perché è ovvio che viviamo un eterno presente… si compiono alcuni sogni, altri non arriveranno mai, anche se continueremo a tenerli per sempre nel cassetto… ma… Carlitos, il bimbo della bici verde, continua a sognare e ad avere tante speranze e tanti sogni, non importa in quanti siano a dirle che “è matto” o di “lasciare perdere”… lui, continua a sognare come al solito, con la stessa forza, prorpio come... come lo ha fatto sempre... come lo ha fatto da mezzo secolo…
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