lunedì 17 giugno 2013

I 100 metri più belli

Sabato sera a Straula, frazione di San Teodoro, ho partecipato alla 1° edizione della corsa podistica di Sant'Antonio, scoprendo che in una gara ci sono tanti momenti divertenti. 

E' stato molto divertente il sopralluogo pre-corsa insieme a Federico, con sfiato della marmitta e tante bestemmie, non appena il percorso ci si è presentato davanti nelle sue parti peggiori. Salita. Anche qui.

E' stato molto divertente il finto riscaldamento, con annessa cazziata di un giudice: 
"Lei!!! Perchè è sul percorso!" mi ha urlato contro. "E che ne so, ho visto che c'erano tutti e mi ci sono messo anche io...". Ha capito che era più divertente prendersela con qualcuno più esperto e ha iniziato ad inveire contro gli altri podisti.

E' stato molto divertente il cazzeggio degli attimi prima della partenza: 
"Oh, adesso scatto e brucio Abdelkader, poi alla prima curva mi fermo, però mi tolgo il gusto di stargli avanti" diceva Federico.
"No Federì, facciamo così. Ci mettiamo davanti a lui, allarghiamo le braccia e gli ostruiamo la strada. Col cazzo che vince!" rispondevo io.
"Vabbè dai, l'obiettivo è non farsi doppiare, dici che ce la facciamo?" chiedeva fiducioso Federico.
"Ohi, per non farvi doppiare dovete andare almeno a quattroedieci e siete sul filo" ci riportava sulla terra il saggio Orlando "con quattroequindici vi doppia di sicuro".

sabato 15 giugno 2013

Il traguardo


Ci sono momenti nei quali mi ritrovo a guardare i miei oggetti, solitamente inanimati strumenti della mia esistenza, come fossero compagni di chissà quale avventura, muti testimoni del mio smisurato ego e delle sue peripezie.

E' successo quando ho deciso di abbandonare la collezione di Dylan Dog, con le pagine colme di china che mi guardavano tristi, quasi chiedendomi dove fosse finito il mio animo da Peter Pan del Grand Guignol.

E' successo quando ho venduto la chitarra con le buche a "f". L'avevo comprata nel mio delirio consumistico post-Kosovo (altra vita, altre abitudini), ma non ha mai scalfito il ruolo della vecchia chitarra classica che mi accompagnava dal Natale del 1986. Mood for a Day mi veniva bene solo sul primo amore. Quando la vendetti su eBay sembrava ringraziarmi. Qualcuno l'avrebbe fatta vibrare con più calore.

E' successo con la reflex digitale. La vita da papà (ma io preferisco Babbo) è complicata, non c'è mica tempo per riflettere su messa a fuoco, apertura, tempi, profondità di campo. L'unica profondità che la mia reflex rischiava di lasciare, dondolando appesa al collo mentre inseguivo gremlins, era quella del taglio prodotto sulla testa dei bambini a causa di un'oscillazione di troppo.
Guardava altera la "compatta" che l'avrebbe sostituita: "Tzè, non hai un briciolo della mia qualità" sembrava dirle, stizzita.

E' successo con le mie ultime scarpe da corsa. Scarpe se ne cambiano tante, non ci sono grandi empatie da ricordare.

Ma le mie ultime scarpe furono diverse.
Mi accompagnarono nel girotondo del camposcuola e su e giù per le colline nuoresi.
Macinarono chilometri con i lunghissimi, sotto il sole, la pioggia, la neve.
Mi portarono in fondo a due maratone e un tizio, al traguardo di Roma, non sapendo come catalogarle gli affibiò la marca "Altro".

Fanno già parte del passato, persino i tempi dei verbi si sono adeguati per parlare di loro
Altro, le mie Kalenji Comfort Prime, che alla veneranda età di 871,58 km (ma sono calcolati per difetto, ne hanno qualcuno in più), hanno deciso di abbandonare la carriera podistica per intraprendere quella da passeggio. Non prima di un giro in lavatrice, naturalmente.

Ciao amiche, un tributo era d'obbligo. Avete raggiunto il vostro traguardo.


venerdì 14 giugno 2013

De Coubertin, ti prego, lasciami in pace.

Austis è un ridente paesino del centro Sardegna.
Non tanto ridente a dire il vero. Da quelle parti, con la crisi economica e la fuga dei giovani, di sollazzo ormai ne è rimasto ben poco.
Molto centro però, talmente centro da adattarsi perfettamente alla regole della Cartografia Pazzoniana:
"Prendi una cartina della Sardegna, tracciaci una X sopra. Intorno al centro ci troverai Austis".

Mappa della Sardegna - Cartografia Pazzoniana

Austis Corre. Terza Edizione. Partecipo alla mia sesta gara podistica, preparandola con uno schema ormai consolidato: chiedo notizie a Google e mi spavento per la difficoltà del percorso, chiedo conferma a qualche componente degli Amatori Nuoro e ne traggo infauste conferme.
Questa volta però è particolare. Tutti ma proprio tutti nel pre-gara, persino la folta schiera di podisti toscani in trasferta, parlano della terribile salita dell'ultimo tratto e qualcuno della locale Pro Loco ci informa che non ci invidia affatto per quello che ci attende.

Le cose sono due: o questa salita è davvero tosta, oppure è davvero tosta.
La risposta più che provata sulla mia pelle verrà provata sulle mie gambe, ma andiamo per gradi.

mercoledì 12 giugno 2013

2° Trail delle 5 querce Gravina di Puglia - 9 giugno 2013............primo giorno di scuola........ di Gianluca Pedone

Si, primo giorno di scuola, emozioni, timori, aspettative, sensazioni, tutto o quasi, come quando da piccoli esseri umani, ci si apprestava ad affrontare qualcosa di cui sia ha poca contezza, ed inevitabilmente si ha un comprensibile timore. Questo è quello che di sovente mi accade, quando, mio malgrado, o più o meno consapevolmente, devo confrontarmi con qualcosa di nuovo, di cui conosco poco o nulla, di cui magari ho sentito tanto parlare ma della quale non ho compreso sino in fondo il significato, nulla di più comune del così detto timore dell'ignoto. Primo giorno di scuola, primo amore, primo viaggio da solo, primo lavoro, primo giorno di servizio militare, primo giorno assieme a tua moglie, primo figlio, prima maratona, prima gara di trail, sempre lo stesso copione, la mente che vaga, mille pensieri, mille sensazioni, mille paure.
Treil, chi era costui? (cit.), cosa avrà di così esaltante, e sarà davvero così emozionante, mi son chiesto sin da quando, stuzzicato dagli amici Oswo, Bra, Ale, ho deciso di confrontarmi con questo sconosciuto?

Gravina di Puglia, 9 giugno 2013, 2° trail 5 querce. “Sui sentieri variopinti del bosco “Difesa Grande”, che vanta la presenza di 5 varietà di querce (cerro, farneto, fragno, leccio, roverella), si corrono 19 km........”, questo, l'esaltante incipit del volantino propagandistico dell'evento, “questa non te la puoi perdere, altrimenti di cancello dalle amicizie” perentorio il buon Oswo, quando me la propose, ok deciso ci provo, sperimentiamo questo trail, a due passi da casa, occasione imperdibile.
I giorni passano, bitume, ancora bitume, e poi ancora bitume, non sfioro neanche, terra, sassi, erba, nulla di tutto ciò, solo catrame, allenamenti, gare, sempre e solo catrame. Ultima settimana, martedì ripetute, giovedì tempo run, venerdì scarico, sempre e testardamente asfalto, niente altro, mi viene un dubbio, ma forse sto facendo una sciocchezza, non ho la minima preparazione per affrontare tutto ciò, forse avrei dovuto almeno provare qualche chilometro fuori strada, troppo tardi, ormai è fatta non si può tornare indietro, affronta questo sconosciuto e poche storie.
Domenica, sveglia alle 6,00, solito rito, colazione, incontro gli amici, partenza, 40 minuti di strada, nulla di esaltante. Siamo a Gravina, evento molto ben segnalato, ottimo inizio mi dico, pochi minuti e siamo arrivati al punto di ritrovo, stop forzato, siamo in una valle, oltre questo limite auto bandite, si prosegue a piedi o con la navetta.


Alzo lo sguardo, meraviglia....... siamo circondati dai campi di grano, un mare color oro interrotto di tanto in tanto dal rosso vermiglio dei papaveri, a fare da cornice, le colline, maestose, variopinte, dalle curve sinuose, mozzafiato...........sullo sfondo quella più alta, quasi completamente ricoperta dal bosco, imponente, rigoglioso, mille sfumature di verde che ne esaltano la bellezza, uno spettacolo incredibile, è da stolti, avere a due passi tutto ciò, senza rendersene conto. Ok ok, ora puoi richiudere la bocca, riattivare il cervello, ed avviarti a fare quello per il quale sei venuto.
Dopo le inevitabili foto di rito, zaino in spalla ci avviamo verso la navetta che ci accompagnerà per un paio di chilometri fino alla zona di partenza, c'è ancora poca gente, siamo stati tra i primi ad arrivare, un saluto e qualche scambio di battuta mentre, continuo a godermi il panorama, siamo arrivati, si scende. Nella zona di partenza i gonfiabili sono già a loro posto, ben segnalati i punti riservati al ritiro pettorali e pacchi gara, facciamo un giro mentre aspettiamo che arrivi il responsabile della squadra e che ritireri i pettorali per tutti, mi guardo intorno, tanti visi già noti, microscopico il mondo della corsa, tante espressioni, tante smorfie, tante risate, tanti dialetti, tante cadenze, tanti gesti, bello e variegato questo microcosmo, meraviglioso........... resterei ore ad osservare tutto ciò, ma non si può, sono qui per un altro motivo, questo sconosciuto, ricordi?
Bene, Mario chiama il responsabile, sono appena arrivati, ci muoviamo per raggiungerli, faccio appena in tempo a scorgere l'amica di Bra, Alessandra, un fugace saluto e ci si rivede sulla linea di partenza. Pettorale ritirato, ho il numero 9, in genere in numeri bassi si riservano ai favoriti, non in questo caso, hanno rigorosamente rispettato l'ordine alfabetico per squadra. Andiamo nella zona deposito borse, rapido cambio di abbigliamento, molto leggero fa molto caldo oggi, lascio lo zaino, tutto fila liscio, organizzazione eccellente fino ad ora, meglio così. Cominciamo a riscaldarci, non manca molto alla partenza, quest'ultima prevista per le nove, non ci allontaniamo molto, ultimo cambio di “olio”, rigorosamente nel bosco, infrattato tra gli alberi, tra i rovi e gli insetti, che soddisfazione, e quando mi ricapita. Ci siamo, solito assembramento nei pressi della linea di partenza, “indietro, indietroooo” urlano i giudici di gara, consueto rituale, gomito a gomito, tanti odori più o meno gradevoli, io come sempre circondato da maschioni irsuti e panzuti, mai che mi capiti di essere circondato da splendide amazzoni e valchirie, fa niente, ultimo in bocca a lupo ad Alessandra, lei si circondata da splendidi esemplari di maschio, come dargli torto è una gran bella ragazza. Sparo, si parte, pochi metri di bitume e si taglia per il bosco, si procede abbastanza tranquilli, siamo in tanti ed i sentieri sono molto stretti e nessuno ha voglia di farsi male, sono molto concentrato, guardo spesso il terreno, sassi, zolle, solchi sono lì in agguato pronti a punirti se gli ignori, il bosco si infittisce mentre aumenta vertiginosamente la discesa.... tranquillo Glu, tranquillo siamo solo all'inizio, mi sento molto bene, i timori iniziali sono scomparsi, ci provo gusto, l'adrenalina comincia a scorrere nelle vene, sono gasatissimo, adoro farmi sfiorare dai rami degli alberi, sono letteralmente inghiottito dal bosco, uno dopo l'altro infilo i più lenti, mi sto divertendo tantissimo, all'improvviso mi si para davanti una discesa molto ripida e sconnessa, nulla mi spaventa più, saltello che sembro uno stambecco, ricordo ancora il video postato su G+ delle tecniche di discesa, mi è stato utilissimo, decollo letteralmente, calma Glu la strada è ancora lunga, ed i tratti più duri non si sono ancora palesati. Siamo al 5 km primo ristoro, agguanto un bicchiere d'acqua, ho intenzione di bere tanto, non voglio rischiare di disidratarmi, fa davvero caldo. Incominciano le salite, cavolo che pendenze, accorcio il passo, innesto le ridotte e proseguo tranquillo, si esce dalla boscaglia, il sole scotta, mi si ripresenta lo splendido panorama osservato prima a valle,


questa volta molto più vicino però, è stupendo, me lo godo fino in fondo, mi verrebbe voglia di fermarmi ad osservarlo, ma non si può, questo sconosciuto ricordi? Tutto chiaro, torno a concentrarmi, incontro un amico in evidente difficoltà su questo percorso, “come va?” gli chiedo “male” mi risponde “non sono preparato per queste gare”, lo saluto e lo supero, ne incontro un altro, stesso copione, “sono a pezzi, mi sono appena ripreso da un infortunio”, ciao amico mio ci si rivede dopo. I sali-scendi fanno male, in alcuni tratti ti costringono a camminare per quanto sono ripidi, però sto bene, non mi sembra vero, eppure non mi sono mai allenato per questi percorsi, sempre e solo bitume. Secondo ristoro, siamo al decimo km, la fatica comincia a farsi sentire, stringo i denti e vado avanti, altro amico, film già visto, su bitume mi da almeno un paio di minuti, impietosamente lo lascio lì, piccola soddisfazione, si prosegue nella boscaglia, si, un po' di fresco ci vuole, incappo in un compagno di squadra, MM60 non lo conosco bene, ma gli faccio compagnia, e si scambiano quattro chiacchiere, è appassionato di trail ha da qualche mese fatto una eco-maratona in Abruzzo, mi da qualche consiglio e mi dice di andare, si accorge che mi sta rallentando. Terzo ed ultimo ristoro, incrocio una runner, molto forte e bella, era ora, si lagna perché per errore ha bevuto sali invece che acqua, “orribili” mi dice, mi spiace ma non ho più acqua con me da poterle dare, affrontiamo insieme una passerella che supera un piccolo ruscello, siamo circondanti da splendide querce secolari, all'unisono esclamiamo, ma “siamo davvero in Puglia?”, uno scorcio stupendo, lei si pianta un po' io vado per la mia strada, ohi ohi e questa mega salitona da dove sbuca? Faccio appena in tempo a distribuire cinque con la mano qua e la ad un gruppo di piccoli scout, felicissimi e festosissimi, fantastico vederli sorridenti e gioiosi. La salitona è molto dura, raggiungo un altro amico, anche lui in difficoltà, molto bravo, su bitume mi fa vedere la polvere 6/7 minuti almeno, ma oggi è un'altra storia. Percorriamo insieme gli ultimi km facendoci coraggio a vicenda, ultimo km ci siamo ancora un po' di fatica, e questo sconosciuto non avrà più segreti per me, 200 metri all'arrivo, l'amico Emilio mi sprona, “vai dai ne hai ancora, vaiiii” mi fa passare, troppo gentile, ne sono certo mi avrebbe lasciato sul posto, è stato troppo gentile, taglio i traguardo, sento il bip del cronometro, è fatta è fattaaaaaa, sono commosso, ricaccio indietro la lacrimuccia, son felicissimo, anche questa volta è andata, questo sconosciuto, carissimo compagno ora, forse lo è sempre stato senza saperlo.........


Freddi numeri:
  • posizione finale assoluta: 148
  • posizione finale di categoria MM40: 40
  • tempo ufficiale: 01:39:31
  • scarto dal primo arrivato: 00:30:15
  • media: 5:14


sabato 1 giugno 2013

Bilancio per un compleanno.

30 Maggio 2012, ore 14:23.

Fa caldo, ma non mi preoccupo. In pineta c'è ombra, non dovrei soffrire troppo.

Non ho mangiato, così evito inconvenienti. O meglio, non ho mangiato le solite quantità. Diciamo che mi sono contenuto, e l'ho fatto ad un orario intelligente: da mezzogiorno alle due dovrei riuscire a digerire, in fondo solo un panino con mortadella e una banana non sono granché.

Maglietta in cotone, vecchie Adidas ai piedi, pantaloncini del Real Madrid campione d'Europa nel 1998.
Che palle, da juventino mi rode ancora aver perso l'ennesima finale, ma quel completino l'avevo trovato scontato alla Auchan e andava benissimo per il calcetto con gli amici.
E ora anche per correre.

Esco da casa di mia suocera, attivo il GPS sul mio Galaxy S2, lancio Endomondo, aspetto che agganci il segnale del satellite e premo il pulsantone virtuale dello Start.

Mia suocera ha espresso le sue perplessità. Fa caldo, non ho mangiato abbastanza. Magari mi lascia da parte la pasta, così quando torno posso mangiare qualcosa di sostanzioso.

Arranco con il fiatone, mi chiedo chi me lo fa fare. Anche la mortadella di mezzogiorno si prende la briga di tornare su per chiedermelo. La banana poi... dovrò stare più attento in futuro.
Ci sarà un futuro?
La palestra mi sta sulle palle, in piscina ci sono andato due volte e poi sono fuggito. Non ho bici, a rugby mi picchierebbero troppo e l'ultima volta che ho giocato a calcetto ho rimediato uno strappo al quadricipite.

Beh, se voglio un futuro è meglio che ci sia un futuro da podista nella mia vita.
32 anni, 90 chili di merendine sparsi su 187 centimetri, fiatone sulle scale che portano all'ufficio.
Lavorassi in cima al Pirellone non mi preoccuperei, ma sto al secondo piano, quindi...

Mi arrendo dopo neanche mezzora, poco più di 3,5 km percorsi. E una fame allucinante.
Aveva ragione mia suocera a lasciare da parte la pasta. La mangerò con gusto, ma prometto che nei prossimi giorni mi metterò in riga.

La testimonianza dell'esordio