mercoledì 5 dicembre 2012

La fainè

Dato che tra mezzora gioca la Juve e sono in ansia pre-partita, provo a distrarmi parlandovi di un gustoso piatto della tradizione popolare sassarese, anzi genovese, anzi livornese.
Vabbè, diciamo che è piuttosto multiculturale, che in epoca post-global lo rende anche di tendenza.
Narra la leggenda che una manica di sfigati navigatori genovesi, di ritorno da qualche inutile viaggio, trasportasse un prezioso carico di farina di ceci. Al culmine del viaggio, con i viveri che scarseggiavano, furono sorpresi da una tremenda tempesta che rovescio l'intero carico sul ponte della nave.
Fu allora che avvenne la magia: passato il temporale la farina di ceci, mista all'acqua marina, si asciugo al sole, regalando ai marinai la gustosa pietanza.
Il dominio genovese sul Mediterraneo fece sì che la pietanza, riproposta dai marinai sfigati una volta sbarcati, venisse successivamente esportata un pò ovunque.
La fainè una volta cotta
Tutt'oggi sopravvive a Genova con il nome di farinata, a Livorno con il nome di cecina e a Sassari con il nome di fainè. L'unica differenza fra le tre è il consumo: moderato nelle prime due città, sconsiderato, enorme e spropositato in Sassari.

Confezione di farina di ceci
Ma veniamo alla ricetta:
- 250 gr. di farina di ceci
- 750 ml. di acqua
- sale q.b.
- Olio a volontà.
Unire la farina all'acqua e amalgamare con una frusta. Salare a piacere e lasciar riposare.
Innaffiare una teglia bassa con abbondante olio.
Schiumare quanto preparato in precedenza, rimescolarlo con grazia ed eleganza e quindi versarne svariati mestoli nella teglia, fino a raggiungere uno spessore di almeno mezzo cm.
A questo punto non resta che amalgamare con l'olio sottostante ed infornare, finchè non si otterrà qualcosa di simile ad una gigantesca frittata.
La fainè va mangiata calda, leccando via l'olio dalle dita. È possibile condirla con qualunque cosa, da aggiungere pre-cottura, ma la morte sua sono le cipolle.
La fase dell'impasto
È un piatto calorico, saziante ma poco indicato nei giorni pre-allenamento: stimola una certa flatulenza, perdipiù maleodorante, oltre a costituire un ottima alternativa alle fave di fuca.
Nella teglia
Amalgama pre-cottura

5 commenti:

  1. sicuramente da provare. Passo la ricetta a mia moglie, poi vi faro sapere. Da bere che ci abbiniamo? Vino? birra?

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  2. Un consiglio : prima di schiumare , lasciare qualche ora a riposare. Potete anche aggiungere del rosmarino.
    Hai dimenticato La Spezia , dove si vende ad ogni angolo della città e anche nei paesi della provincia ... chi passa da Lerici vada alla Pizzeria i Gabbiani. A La Spezia da "La Pia". A Sarzana da Silvia .Ottima nella focaccia o accompagnata con la crescenza.

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  3. Oswo, ho volutamente lasciato da parte La Spezia, mi ricordava troppo la visita di leva e la scoperta che la fainé non era solo sassarese ;D
    Lello, innaffiala con la tua birra!

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  4. Mia moglie, entusiasta della ricetta ha deciso di farla. Grazie Mario. L'unico problema, almeno qui in provincia di Cagliari è trovare la farina di ceci. Provo nei centri commerciali in zona. Tu dove la compri? Birra? devo fare delle prove.... ;-)

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  5. Io la compro al Nonna Isa sotto casa!

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