giovedì 6 dicembre 2012

"L’arte di correre" di Haruki Murakami


E' un libro molto introspettivo che ha suscitato in me alcune riflessioni, perchè noi runners abbiamo tante cose in comune ed esperienze da condividere.
Come Murakami, tutti abbiamo iniziato a correre un pò per caso e curiosità. Altre motivazioni potrebbero essere la possibilità di praticare uno sport ovunque ci troviamo e sopratutto fare qualcosa per preservare il proprio stato di salute senza necessariamente spendere migliaia di euro in palestre e centri benessere.

Si inizia sempre così, ovvero andando in un negozio di articoli sportivi per acquistare scarpe, cronometri a bassissimo costo e un libretto di un autore semisconosciuto per conoscere i rudimenti di questo sport, perchè "poi non so se mi piace o ce la faccio. Non ho mai corso, magari non sono in grado oppure dopo una settimana mi sono già stufato sopratutto se devo correre sotto la pioggia o con il caldo forte!".
Penso che runner si nasce e non si diventa. Mi spiego meglio. L'atto di correre sopratutto per lunghe distanze presuppone un certa predisposizione mentale.
L'autore infatti scrive che "La corsa non è uno sport adatto a tutti", perchè è prima di tutto un fatto mentale e poi fisico.
Il runner è una persona che tende a rifiutarsi di perdere. Bisogna essere dei testardi per non arrendersi mai di fronte alla possibilità di non riuscire a percorrere decine di km in un certo tempo oppure affrontando condizioni meteo proibitive. Mi ha colpito quando Murakami ha descritto i suoi primi 42km o la partecipazione all'Ultra Maratona. E' una lotta. Chi ce lo fa fare? Nessuno, perchè nessuno ha mai detto a Murakami nè tanto meno a noi altri runners "Ehi, perchè non diventi un maratoneta?". Succede e basta. E quando inizi non ti fermi più. La maratona ha cambiato mente e corpo dell'autore e di tutti quelli come noi che percorrono migliaia di km all'anno (vedi mia foto), al freddo pungente, al sole rovente, all'alba o al tramonto, sotto la pioggia incessante o al vento. Dire che la corsa cambia la vità è un pò come scoprire l'acqua calda. E' un concetto che può comprendere solo un maratoneta e non chi non ha mai praticato questo sport. Per me correre tra i 50 e gli 80km alla settimana è diventato naturale come bere un bicchiere d'acqua e nessuno mi può chiedere di rinunciarvi.

21 commenti:

  1. Sulla copertina c'è scritto "Lo straordinario autoritratto di uno scrittore-maratoneta", ma più volte nel libro sembra quasi che sia il contrario, che Murakami sia un maratoneta-scrittore, o forse nè maratoneta nè scrittore. C'è uno stretto legame tra la sua vita, l'essere scrittore e la corsa: spesso usa le vicende di corsa per "leggere" meglio la sua vita, viceversa spesso la vita lo avvicina o lo allontana dalla corsa; e così come non si riteneva un super maratoneta (la sua miglior performance era intorno alle 3 ore e 30') a volte non si definisce neppure uno scrittore, perchè per essere tale ci vuole talento, e stabilirne l'esistenza reale non è cosa semplice.
    Vita-reale e vita-di-corsa vanno di pari passo, ed in entrambi i casi per Murakami una cosa è imprescindibile: vivere e correre per se stessi, non per le critiche positive/negative degli altri, che possono aiutarci a fare il quadro complessivo, ma che non rimpiazzano la nostra personale soddisfazione di fronte ad un obiettivo raggiunto, vivendo o correndo.
    E' in questo profondo legame personale tra vita e corsa che mi sono fortemente ritrovato.

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  2. io leggevo Murakami già prima di sapere che fosse un maratoneta. Un grande scrittore contemporaneo. Scoprire che condividevo con lui la passione della corsa di resistenza mi ha fatto molto piacere.

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  3. non ho mai letto libri del genere sopra,ma mi sento comunque di dire la mia per non far si che questo blog diventi esclusivamente roba per "fanatici" della corsa (tu sai come la penso sul tuo "entusiasmo",chiamiamolo così...) .
    Penso che runner nè ci si nasca ne ci si diventi,ma ci si scopra.piu di qualche amico ho convinto a intraprendere la corsa,dandoci appuntamenti,provando diverse distanze e velocità e percorsi,ma solo pochi adesso mi "sverniciano" e mi ringraziano di avergli fatto scoprire chi essi sono,la maggior parte ci ha rinunciato,moglie compresa.mi trovi daccordo su alcuni punti quali l'essere "ignoranti" e raggiungere l'obiettivo a tutti i costi,ma questo è valido per l'alpinista,il velista,il deltaplanista e tutti quelli sportivi che la soddisfazione suprema è chiedersi ed esaudirsi.non sono 50-80-100-1000 km a settimana che fanno il runner,ma runner è colui che tira fuori di se ,se stesso ,sempre,indipendentemente dai calcoli matematici......non credo farò mai una maratona,ma non per questo non sono un runner....

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  4. Ale , Runner significa corridore. Se corri sei un runner. Comunque bel libro, anche se il mio preferito di Murakami è Kafka sulla spiaggia. ... A proposito tutti il suoi libri tranne quello in oggetto non c' entrano con la corsa.

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  5. Lasciamo perdere Oswo, quà ci sono alcuni esaltati che sei runners solo se fa 10 km in 40' tutti gli altri sono jogger nella migliore delle ipotesi altrimenti pippe

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  6. Ciao Alessandro, come diceva qualcuno "sono pienamente d'accordo a metà" con te. Sono d'accordo quando dici che non sono i km a fare il runner, così come non lo è la maratona (o un'ultra o una mezza); ti seguo già meno sul discorso della matematica o dell'esaltazione.
    Ovviamente parlo per me. A me i numeri piacciono molto, mi esaltano, tutti i numeri, tanto che ne ho fatto un lavoro; nella corsa io mi vedo nei miei numeri, non come fissazione o angoscia ma come espressione di quello che sono, come penso accada ad un pittore orgoglioso del suo dipinto. I numeri mi permettono di quantificare e di dare sfogo alla mia competitività, che credo sana e non maniacale. E l'esaltazione è la valvola di sfogo dell'entusiasmo, della carica, del gusto di fare qualcosa. Mi capita spesso di essere considerato un pò esaltato, anche dagli amici (quelli veri), in tanti ambiti (fotografia, informatica, alpinismo etc), ma capisco che è perchè il loro approccio è diverso: io quando parto per qualcosa ci metto tutto e via a bomba! E tutto questo indipendentemente dal giudizio altrui (sull'esempio che hai fatto io sarei un jogger, o forse una pippa): tutto questo riguarda solo me ed il mio modo di vivere le cose.
    Questo per dire che fissarsi sul crono/gps o caricarsi ed esaltarsi per una prestazione non sono necessariamente manifestazioni di superiorità o voglia di denigrare chi fa peggio.

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  7. siccome nel mio lavoro contano i risultati e non le chiacchiere,parlo poco ma ascolto molto,osservo e assorbo schemi e disegni e come al solito mi sono spiegato male.penso che esaltazione e orgoglio sono due cose diverse.
    Esaltarsi con se stessi per una prestazione inaspettata è fondamentale per la costruzione di un progetto ancora piu impegnativo....se le condividi con tutti e non solo con quelli che ritieni alla tua altezza mi trovi daccordo.....contrariamente saresti risibile......ognuno ha un suo carattere,alcuni cercano conferme dagli altri per potersi esaltare...

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    1. Ciao ale, io sono felicissima di essere una pippa! Mi diverto senza stress da prestazione (questo è un blog serio, quindi niente giochi di parole, please, solo metafora)....!

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    2. Giusto per "giocare" con i numeri, la corsa è tale con tempi al km uguali o inferiori ai 4'30". Se sei più lento non rientri nella categoria dei runners ma dei jogger o slow runner. In pratica un allenatore o un patito della corsa manco ti considera come tale. Io in confronto ad altri non sono cosi estremo. Se vuoi incappare nei veri megalomani fatti una passeggiata e vai a vedere qualche 10km di provincia e li incontrerai i veri malati che ti guarderanno dall'alto in basso con sufficienza perché già da come cammini capiscono se sei uno di loro :D

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    3. Paolo a mò con Albanesi ... minchia è peggio di scienthology.
      Albanesi, di cui io possedevo il libro e seguivo le tabelle è un razzista ciarlatano e fanatico ultrà. Finche parla di studi americani e teorie non sue è piacevole leggerlo, ma quando poi è lui che indica la strada è un buffone.
      Parlando di corsa AMATORIALE ,chi pesa 90kg e corre a 5' al km e oltre è un gran bel runner e si fà più culo di chi corre a 4'30" e ne pesa 70kg. Altro che jogger ... Se lo incontro a qualche gara sto fanfarone.... gli piscio in faccia !!! Con rispetto , naturalmente.
      Noi nei runners desio abbiamo un allenatore professionista serio che ci considera tutti con rispetto.
      E' vero quel che dici sulle gare, ma almeno la metà e più dei partecipanti è lì per sana partecipazione , se parti tra le retrovie te ne accorgi. Non spaventare i nostri fratelli endomondiani alle prime armi :)
      Se poi vuoi vedere un altro mondo vieni a fare i trail lì di albanesi non ce ne sono , tutti sono uguali ... se cadi si fermano tutti per aiutarti anche il primo dei top E' veramente come far parte di un unica famiglia . Paolino ti aspetto

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    4. Ma come cacchio faccio i trail a Trezzano sul Naviglio? Per allenarmi devo prendere auto e fare decine di km X volte alla settimana? Eh cosi mia moglie manda affanculo me ed Albanesi :D

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    5. C'hai ragione ... sono le mogli il vero ostacolo tra noi e la gloria !!!
      CMQ per fare i trail non serve allenamento , ti iscrivi e vai alla gara ! Dai che la prossima primavera ne organizziamo insieme agli altri

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  8. Dai Ale, sai bene che tutto è relativo: se ci fosse un keniano in mezzo a noi, saremmo tutti delle pippe atroci in confronto a lui.
    Hai mai letto qualcuno degli articoli su Albanesi.it? Per quell'uomo se non fai un tempone in maratona è meglio se non corri. Diciamo che il suo pensiero è ottimo per stimolare quelli che passano il tempo sul divano, ma irritante per chi già corricchia e gli sta bene così. Beh, credo che tutto venga attraversato per fasi, ognuna delle quali comporta anche un modo differente di raffrontarsi con gli altri.
    Quando a 6 anni iniziai a suonare la chitarra pensavo che il Fa # fosse la massima espressione della difficoltà, così guardavo ammirato chiunque lo facesse. Poi a 16, quando mi riusciva alla perfezione l'assolo di Sultans Of Swing, pensavo che quel Fa # e coloro che invidiavo fossero delle perfette pippe.
    A ripensarci ora, credo che quel Fa # suonasse immensamente più musicale, nella sua semplicità, del mio assolo di Sultans Of Swing.
    Sono fasi e, come diceva qualcun'altro, Panta Rei, tutto scorre.
    In questo il buon Murakami insegna molto...

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  9. Ognuno interpreta la corsa come meglio crede. A me piacciono tutte le variazioni, la sfida, la compagnia, la solitudine , la rilassatezza, il bitume , le montagne ... l'importante è sconfiggere la noia. Ripetere sempre le stesse cose , gli stessi passi , gli stessi allenamenti e gli stessi percorsi mi porterebbero solo a smettere. Per cui in un anno mi corro una maratona per assecondare il mio spirito competitivo, poi vado di trail dove mi sento libero dagli schemi delle tabelle. Mi faccio delle lunghe uscite in solitaria per cercare un contatto intimo con il mio io. Poi corro in compagnia quando ho voglia di risate . Correre a 360°

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  10. io corro e così mi sfido. Tutte le volte che mi preparo è un bel rituale. tutte le volte che vado, vincendo sulle 3000 cose che dovrei fare prima di andare, vinco. Un anno fa son partita camminando. Adesso se combatto, arrivo a correre 15 km. Sicuramente non avrò stile nè tecnica, ma c'ho messo tanto cuore e volontá e questo mi fa entrare di diritto nei runners per il semplice fatto che per quelle che sono le mie possibilità, io ho dato il mio massimo. Non credo si tratti di quanto fai e a quanto, ma si tratta di quanta benzina c'è nel serbatoio...non mi potrei apprezzare più di così perchè la uso tutta e se gli altri ne hanno di più ben x loro xche andranno più veloci e faranno più km ma io sono una runner anche se non mi sembra vero di esserci riuscita.

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  11. Eva ho riletto più volte le tue parole, e le condivido tutte! Di mio aggiungo un pezzettino, del tutto personale: sono sicuro di aver dato il massimo? potevo fare meglio? e se avessi già fatto il massimo, perchè la prossima volta non provare a fare qualcosina in più? perchè come dici in modo semplice e chiaro: <>!

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    1. Tra le virgolette c'era scritto: io mi sfido!
      By the way come si modifica un post pubblicato? :)

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    2. e infatti è così ci provo sempre! la prima sfida è appinto trovare il tempo di andare :-) la seconda è di continuare con la distanza raggiunta e allungarla :-( tutte le volte che oso di più pago pegno. Sono arrivata alla conclusione che nelle mie gambe ci sono 10 km e che se mi ci metto potrei arrivare a farli in tranquillità quasi tutti i giorni ( e forse sarebbe la cosa migliore visto che a luglio farò 40 anni ed ho cominciato x tenermi in forma), ma l' appetito si sa quando viene. E per i miei 40 vorrei regalarmi proprio una mezza, senza pretese. Oltre ad un bel viaggio con marito e bimbi in america ovviamente! sai cosa non deve essere fare una corsa nel parco di yellowstone!!!!

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    3. Eva ... il tuo è lo spirito della maggior parte dei runners amatori che conosco. Mettendo dentro degli obbiettivi cronometrici o di distanza e quant'altro , si mantiene la voglia di fare questa attività fisica, combattendo la pigrizia e la noia.
      Gare in Toscana ce ne sono tante e molto belle ogni tanto partecipo a quelle della zona massa carrara lucca e sono molto divertenti e un pò meno indiavolate di quelle che si corrono qui in lombardia.

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  12. http://www.calendariopodismo.it/index.php?dove=1&regoprov=regione&tipogara=0#.UMWXAeSyEv4

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