martedì 11 dicembre 2012

L'adrenalina da incoraggiamento


Ero un pò restìo a condividere questa mia esperienza ma ho cambiato idea. Chi ha partecipato alle gare di corsa, sopratutto di lunga distanza, ha avuto modo di apprezzare la solidarietà ed il sostegno psicologico che c'è tra la maggior parte dei partecipanti di livello amatoriale. Quello che però mi è successo nella maratona di Venezia mi ha fatto capire che il sostegno del pubblico può essere in alcuni casi determinante. Ero al 40mo km circa. La gara era stata massacrante sin dall'inizio a causa delle terribili condizioni meteo. In quel momento mi accingevo a percorrere il ponte galleggiante che consente di attraversare il Canal Grande. C'è una sorta di gradino abbastanza alto per salire su questo ponte. Io e gli altri atleti accanto a me facciamo una fatica terribile. Quel gradino sembra una montagna. Cos'è? La fatica? Non proprio. Avevo i muscoli semicongelati e l'aver percorso il ponte della libertà a ritmi molto lenti con il vento forte e freddo, mi aveva praticamente fatto diventare le gambe dure come il cemento armato.

Percorro il ponte galleggiante e non so quanto tempo impiego, ma una cosa è certa, la temperatura corporea era troppo bassa. Ecco, ora vedo il primo dei 14 ponti che mi separano dal traguardo. In quel momento il tremore per il freddo misto ad un forte senso d'irritazione mi fa fermare. Faccio alcuni passi, forse cammino per 50 o 100 metri, non so. Ad un certo punto un signore piuttosto distinto che camminava in senso opposto riparandosi dalla pioggia con un grande ombrello, si ferma e mi dice: "Dai Paolo ormai è fatta, niente ti può più fermare". Mi giro di scatto per guardare questo signore e quasi mi metto a piangere ed inizio a corricchiare. Affronto il primo ponte con la sensazione di avere degli aghi conficcati nelle gambe. Affronto gli altri ponti fino al traguardo sicuramente e ritmi molto bassi ma con una botta di adrenalina incredibile.
Non so cosa avrei dato per tornare indietro e ringraziare quello sconosciuto. Forse senza il suo incoraggiamento avrei fatto gli ultimi 2km camminando e basta, non so.

Chiunque tu sia, grazie!!

15 commenti:

  1. Paolo bel racconto di una bella esperienza! da quello che dici mi viene anche da dire l'incoraggiamento dà adrenalina.
    In generale credo che nulla succeda per caso, quella presenza in quel momento della tua corsa ed in quel punto preciso ha tanto le caratteristiche di una sincronicità junghiana, una "coincidenze significativa".

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  2. Secondo me era Albanesi! Hai avuto una visione mistica :) . Sempre meglio dei "vadavialQ" dei milanesi alla maratona di milano. Comunque se vuoi sentire gli incoraggiamenti devi viaggiare all'estero , in Italia sono veramente scarsi.

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    1. Albanesi?? Ah ah ah no no impossibile, fosse stato lui mi avrebbe detto: ecco ti sei allenato con le tabelle di Pizzo è meglio che ti ritiri :D

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    2. Oswo: allora vieni a correre in Sardegna. Ti sentirai all'estero.

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  3. Io sono un po' più fatalista, penso che molta parte della nostra vita sia costellata da episodi assolutamente casuali, che possano contribuire a deviarne il percorso in un senso o nell'altro. Nel tuo caso forse, questo avvenimento vi ha contribuito, evidentemente in maniera positiva, se pure in una piccolissima ma intensa fase della tua vita. Grazie per la condivisione.

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  4. Sicuramente un incoraggiamento esterno può aiutare molto ma a seguito di ciò deve scattare qualcosa dentro te per sovvertire l'inerzia del momento...credo che i recettori e terminazioni celebrali in quel momemto vengono stimolate e ti fanno dire "io ce la faccio e adesso porto il culo oltre l'arrivo!"

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  5. Più o meno quello che è scattato nelle terminazioni nervose del cavaliere quando lo ha incoraggiato la Bocassini. Infatti anche lui ha detto:"c'è la faccio. Adesso annullo le primarie, scendo in campo e porto il culo fuori dai casini!"

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    1. Mi associo anche qui lo psico-nano,nuuuuuuuuooooooooooo.
      Dovesse portare sfiga, sgrat, sgrat, sgrat.......

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    2. e sti cazzi.... sgrat sgrat sgrat e soprattuto prima del 21.12 dei maya???? sgrat sgrat sgrat

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  6. Bel racconto Paolino, di solito tutti danno il loro contributo, quelli che ti applaudono e ti dicono: "bravi, bravi", quelli che corrono intorno a te e soprattutto quelli la gara la organizzano e che trovi ai ristori o lungo il percorso sempre pronti a darti una mano, è una sorta di gruppo tutto unito, ognuno ha un ruolo e finire una corsa spinto dalla loro presenza è sempre un piacere... hai ricevuto una mano, l'hai presa e ti ha portato al traguardo. Bravo!

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